Pos obbligatorio, la Confesercenti non ci sta

Per quanto riguarda l’economia, ed ancor meglio, per le piccole imprese o i piccoli esercenti, il 2020 potrebbe essere l’anno zero, quello della svolta epocale. Detto così sembrerebbe che in un futuro ormai prossimo, dovremo vivere una vera e propria rivoluzione. In effetti, da un certo punto di vista sarà proprio così. Tutti i commercianti dovranno dotarsi di Pos, per dare a tutti i clienti la possibilità di poter pagare con la carta moneta (conosciuta ai più con il nome di bancomat, carta di credito ecc). Una misura che già all’interno della maggioranza ha trovato qualche ostacolo, tanto che sono sorte frizioni proprio in seno alla stessa. Gli esercenti avranno quindi l’obbligo di accettare il pagamento con carta, per qualsiasi tipologia di importo. Quante volte vi siete sentiti rispondere in un’attività commerciale “Scusi ma per questa cifra (in genere al di sotto della somma di 15 euro), non mi conviene utilizzare il Pos”? Probabilmente più di una volta, ed in differenti esercizi commerciali. Le motivazioni di tale diniego a differenza dei luoghi diversi in cui avete subito lo stesso, sono certamente sempre stati uniformi. “Per una cifra così bassa, non ci conviene utilizzare il Pos, perché è maggiore il costo relativo al suo utilizzo, rispetto al guadagno effettivo che deriva da tale somma”. Questa la risposta che avrete udito ogni qualvolta si é presentata una situazione di questo genere. Circa l’obbligo dell’utilizzo del Pos da parte degli esercenti, è scesa in campo anche l’associazione di categoria Confesercenti. Questa si è espressa sostanzialmente in maniera negativa, circa il provvedimento previsto dal Def.

Le parole della Confesercenti

Patrizia De Luise, presidente di Confesercenti ha fatto dichiarazioni importanti proprio circa l’utilzzo del Pos. Secondo De Luise costerà alle piccole imprese almeno 2 miliardi di euro in più l’obbligo di accettare carte di credito e bancomat, tra canoni, commissioni sulle transazioni e costi di installazione e gestione. Un costo ingestibile per questa categoria. Bisogna quindi abbassare il costo delle commissioni. Conte ha già promesso un’abbassamento in tal senso, per non gravare in maniera così pesante sulle piccole imprese. Secondo il presidente della Confesercenti, quella dell’utilizzo del Pos non é una misura sufficiente per combattere la piaga dell’evasiome fiscale. Sarebbe invece opportuno, ad esempio, metter mano alla tassazione dei giganti del web Come Facebook, Instagram ed altri ancora. Tornando allo strumento del Pos, la De Luise ha anche precisato che il nostro paese, risulta essere quello che presenta la maggior diffusione di tale strumento, rispetto agli altri paesi europei.

I numeri nello specifico

Sempre secondo De Luise, a partire dal 2012 al 2018 il numero di Pos attivi in Italia è cresciuto in maniera esponenziale. Si parla addirittura del 112%, toccando quota 3,1 milioni. Da ciò ne é derivato un aumento del volume delle transazioni con carte di debito del 57%. Questo movimento, se così lo possiamo definire, ha prodotto un gettito di 33 miliardi di euro, ben 12 in più rispetto all’anno 2012. Secondo il presidente della Confesercenti però questa esplosione di utilizzo del Pos, non è stata in grado di produrre un riscontro tale ed allo stesso tempo proporzionale, a quello che é stato il gettito derivante proprio dalla lotta all’evasione. Questi sono dati forniti dall’ufficio economico dell’associazione. In poche parole questi confermerebbero, La tesi per la quale, l’utilizzo “smisurato” Del Pos non rappresenti la panacea al problema riguardante l’evasione fiscale in Italia. Un tarlo ormai endemico Del nostro paese, che secondo numerosi esperti, andrebbe combattuto in maniera diametralmente differente. Quindi non con l’immissuone di nuove tasse o spese, ma con la riduzione delle stesse. In questa maniera si configurerebbe il moto “Pagare meno, pagare tutti”. Questa potrebbe essere una soluzione plausibile, se però accompagnata da controlli efficenti e sanzioni certe in caso di non osservanza delle regole.