Le novità previste dal decreto sui rimborsi

Domenica 1 maggio il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha elencato le previsioni economiche di primavera che riporterà a Bruxelles martedì 3 maggio alla Commissione Europea.

Le buone notizie riguardano il decreto sui rimborsi con cui si sono accorciati i tempi per il recupero dei crediti. Si consente ai risparmiatori e agli obbligazionisti di ottenere un rimborso automatico fino all’80% dell’investimento. La soglia si è stabilita per evitare che qualcuno possa incassare rimborsi superiori all’esborso iniziale.

La procedura per ottenere il rimborso diretto è semplice: si compila la domanda con la documentazione allegata e si ottiene il rimborso.  L’opposizione e i consumatori sono contrari al decreto perché penalizza i risparmiatori.

Si riducono i tempi da 6-7 anni a 6-8 mesi in media perché le nuove procedure lasciano spazio ad un contratto tra debitore e creditore. Il vantaggio della riduzione dei tempi sta nell’aumento del valore delle sofferenze.

Sulla parte del decreto che riguarda il pegno non possessorio il ministro afferma che si tratta di una misura a favore delle imprese debitrici che permette loro di continuare ad usare i beni strumentali, che prima venivano sequestrati, riducendo in questo modo la capacità produttiva e i profitti. Lo scopo delle riforme è quello di evitare la stagnazione: le banche con i crediti in sofferenza non se ne liberano e di conseguenza non concedono prestiti, le imprese vivacchiano senza crediti e l’economia si ferma.

Sul fondo Atlante – iniziativa del settore privato che permette operazioni di ricapitalizzazione- il ministro si dichiara a favore perché una parte delle risorse sarà destinata alla cartolarizzazione con benefici anche per il patrimonio immobiliare delle banche.

Si punta a un obiettivo: meno banche ma più solide e capaci di erogare credito a famiglie e imprese. Tuttavia Padoan aggiunge che al momento c’è eccesso di occupazione che andrà gestito in tempi e modalità dovuti con meccanismi che facilitano l’uscita dal lavoro dei bancari vicini alla pensione.

Le stime del deficit che l’Italia presenta all’Europa sono: 2,3% nel 2016 e 1,8 % nel 2017.

Il ministro è critico nei confronti delle affermazioni del presidente della Bundesbank Jens Weidmann che ha dato giudizi negativi sul debito italiano,  sulla politica monetaria della Bce ribadendo che le banche italiane “hanno in pancia troppi titoli del debito sovrano”. Per Padoan la crescita è la via maestra per ridurre il debito, per Weidman è il contrario. Sulla situazione delle banche italiane afferma che si devono fare molti progressi e che ci sono cose più importanti dei titoli di Stato nelle banche come la garanzia dei depositi. L’Istat inoltre mostra buoni dati positivi sul lavoro anche se i progressi sembrano lenti. Il jobs act e le agevolazioni fiscali e crescita porteranno più occupazione.