Economia italiana, in ribasso le stime di crescita

Il 2019 sarà un anno con una crescita stimata in ribasso

Brutte notizie per i paesi dell’area europea, in maniera particolare per Italia è Germania. Due paesi di una certa rilevanza, soprattutto la Germania, che fine a poco tempo fa, era stata il volano principale dell’economia del vecchio continente. La crisi economica quindi, nonostante gli squilli di tromba, che annunciavano una grande ripresa, continua a mordere il freno. Anche S&P Global taglia le stime di crescita sul nostro paese. Nel 2019, si legge in un report dedicato all’Eurozona, l’aumento del pil italiano è stato rivisto allo 0,1%, dallo 0,7% previsto a dicembre, con il nostro Paese che si conferma fanalino di coda dell’area euro. Una sorta di sentenza, alla quale appellarsi diventa compito veramente arduo. Cercare di ribaltare questo tipo di previsioni, dovrà essere la mission dei governi dei paesi interessati. Un’operazione di difficile realizzazione, resa tale da premesse, che al momento non hanno, o meglio, non trovano fondamenta sulle quali fare reale affidamento. Anche il 2020, sempre secondo le stime, non sarà un’annata positiva. Si stima infatti che la crescita si fermerà allo 0,6%, in calo rispetto allo 0,9% previsto a dicembre. La frenata interesserà tutta l’Eurozona. La crescita, a tal proposito, nel 2019 è stata rivista al ribasso dall’1,6% all’1,1%, a causa soprattutto dal rallentamento proprio di due paesi importanti come Germania e Italia.

L’analisi di Lagarde della Fmi

“L’area euro non è pronta per un’altra crisi economica, ma potrebbe esserlo invece per un’inattesa tempesta economica. Adesso infatti il vecchio continente é più resistente di 10 anni fa. Ma non è abbastanza resistente. Il sistema bancario è più sicuro, ma non abbastanza sicuro”. Lo afferma il direttore generale del Fmi, Christine Lagarde, spingendo affinchè si compiano progressi sul fronte dell’Unione Bancaria e del Mercato dei Capitali. Lagarde osserva comunque come l’euro abbia comunque giocato un ruolo importante, per ottenere una determinata integrazione europea, che si è tradotta in un aumento degli standard di vita in Europa. Lagarde ha poi aggiunto: ”Dopo una formidabile corsa fatta di una crescita relativamente forte negli ultimi anni, l’attività economica nell’area euro sta ancora una volta rallentando e i rischi aumentando”.

Il rischio povertà pare essere concreto

Un giovane su quattro nell’area euro e’ a rischio poverta’ e questo getta un’ombra scura sulla prossima generazione del continente. Questo particolare, chiaramente preoccupa in maniera considerevole, tutti i settori dell’economia europea. Ancor di più la popolazione attuale, e soprattutto quella che verrà. Una sfida legata ad una serie di fattori, che vanno affrontati al più presto, per porvi rimedio. Ora, secondo Lagarde, è giunto il momento di rafforzare questo ecosistema unico. Per farlo, ha sottolineato, lo stesso Lagarde, e’ necessario dare una spinta all’unione finanziaria nell’area euro. Questa viene considerata la mia maestra da seguire, per evitare che ben presto, la povertà dilaghi in dosi ancor più massiccie, e metta in ginocchio un’intero continente. La possibilità che ciò possa accadere è concreta, ma con una buona politica, volta all’unione degli intenti, ed al rafforzamento dell’economia nell’area dell’eurozona, potrebbe essere il viarico per disinnescare questa bomba ad orologeria.