Cessione del quinto: qual è la durata massima per il rimborso?

Si indica con la locuzione “cessione del quinto dello stipendio” una particolare forma di prestito. Il debitore ottiene un prestito le cui rate saranno restituite direttamente dal datore di lavoro, che le detrae dallo stipendio mensile, o dalla pensione. Le caratteristiche del prestito sono fissate dalla legislazione vigente ma anche dalle offerte dell’istituto di credito a cui ci si rivolge.

La durata massima per il rimborso

Il rimborso per quanto riguarda un prestito con cessione del quinto dello stipendio può essere di un massimo di 10 anni, per un totale quindi di 120 rate. Si tratta di un prestito rivolto esclusivamente ai lavoratori dipendenti, del settore privato o pubblico. Per quanto riguarda il settore pubblico è in sostanza lo Stato a restituire le rate previste, o comunque un suo rappresentante. Le caratteristiche del prestito con cessione del quinto dello stipendio per i dipendenti pubblici sono sostanzialmente molto simili a quelle offerte ai dipendenti del comparto privato. Per maggiori informazioni clicca su https://vivibanca.it/cessione-del-quinto/dipendenti-pubblici

Ammontare massimo

Stiamo parlando di un prestito particolare, in quanto i paletti previsti dalla legge sono particolarmente stringenti. La rata mensile non può superare un quinto dello stipendio mensile netto, quindi il 20%. Visto che anche la durata massima è prestabilita, appare chiaro che lo sia anche il capitale massimo richiedibile. Per il singolo lavoratore la somma che può richiedere a una banca con cessione del quinto dello stipendio si ottiene moltiplicando un quinto del suo stipendio mensile per il massimo della durata del prestito stesso, ossia 120 rate. Per un lavoratore che percepisce uno stipendio netto mensile di 1.000 euro è possibile richiedere un prestito massimo di 24.000 euro con questa forma di finanziamento. Visto però che gli stipendi variano molto da lavoratore a lavoratore, esiste anche un tetto massimo assoluto, che non è però previsto dalla legge. Sono le singole banche a proporre questo tetto, che solitamente per i dipendenti pubblici è leggermente superiore a quello offerto per pensionati e lavoratori dipendenti di aziende private. 

Il tasso di interesse

Le stesse cose che abbiamo detto per quanto riguarda il tetto massimo richiedibile con un prestito con cessione del quinto le possiamo dichiarare anche per i tassi di interessi offerti. Si tratta infatti di una proposta commerciale della singola banca, correlata anche all’andamento finanziario del momento in cui si richiede il prestito. Conviene però ricordare che le banche tendono a valutare questo tipo di prestito come garantito. Questo significa che è un prestito a basso rischio per la banca, che quindi è più propensa a offrire tassi di interesse particolarmente bassi. In questo tipo di prestiti il tasso è però sempre fisso, anche perché la rata deve rimanere identica con il passare degli anni

Chi può richiedere un prestito con cessione del quinto

Per le sue caratteristiche intrinseche, questo tipo di prestito può essere richiesto solo da una persona che percepisce uno stipendio fisso o una pensione. Si tratta quindi di una proposta applicabile solo per pensionati e lavoratori dipendenti, del comparto pubblico o privato. Il lavoratore deve avere un contratto a tempo indeterminato; costui può richiedere un secondo prestito con cessione del quinto dello stipendio dopo aver pagato almeno i 2/5 del precedente prestito, arrivando così ad un ammontare globale delle rate mensili pari al 40% dello stipendio. Questo tipo di opportunità è invece preclusa ai pensionati, per i quali è invece previsto il rinnovo del prestito allo scadere del periodo di ammortamento. Per questi ultimi la scadenza del prestito deve essere però anteriore al compimento dei 90 anni, questo pone un tetto massimo di durata al periodo di ammortamento