Malasanità: come tutelare il proprio diritto alla salute

Il diritto alla salute è tutelato dalla Costituzione Italiana (art.32), purtroppo molto spesso i cittadini rinunciano a far valere questo diritto rinunciando al risarcimento economico previsto in questi casi.
Basta aprire un giornale per rendersi conto di quanto il fenomeno della malasanità sia diffuso in gran parte delle regioni italiane con danni spesso irreversibili. I danni dovuti a malasanità sono molteplici e possono essere causato da un ritardo della diagnosi, da una diagnosi superficiale o errata, interventi chirurgici eseguiti in assenza di tutte le condizioni igienico-sanitarie, cure non adeguate al tipo di patologia diagnosticata. A questo punto la domanda è: come far valere i propri diritti e ottenere unrisarcimento a seguito di un danno da errore medico?
• Ricostruire la storia clinica
Tutti i soggetti che si ritengono vittime di un caso di malasanità devono ricostruire la propria storia clinica mediante i documenti cartacei a disposizione. La cartella clinica può essere richiesta presso la struttura ospedaliera dove è avvenuto il ricovero o l’intervento. Inoltre è indispensabile allegare tutti gli accertamenti medici che eseguiti nell’ultimo periodo.
• Scegliere un avvocato
Le cause di malasanità possono essere anche molto lunghe, per questo motivo è importante rivolgersi ad un avvocato esperto in materia sanitaria e che si sia occupato in precedenza di casi simili.
• Consultare un medico esterno
Per approfondire meglio la gravità della situazione sarà molto utile una consulenza da parte di un medico esterno e che non deve essere in alcun modo collegato né con il paziente né con la struttura o il professionista accusato di malasanità. Dopo la valutazione dei documenti fornisti il medico esterno stilerà una perizia.
• Chiedere un risarcimento danni
La perizia del medico esterno è molto importante. Se dovesse emergere un effettivo danno attribuibile ad errore medico si può procedere alla richiesta di risarcimento danni. La struttura sanitaria o il professionista che riceve la comunicazione deve rivolgersi al propria compagnia assicurativa che chiederà una controperizia. Se non dovesse avere esito positivo per la parte richiedente è possibile proseguire e cercare di ricevere un risarcimento mediante l’istituto di conciliazione. Ovviamente nei casi più gravi si può ricorrere anche al tribunale civile, e nei casi più gravi agire per vie penali.