Il fisco dei professionisti, consulenti, autonomi. Categorie spazzate.

Ciò che non sentirete mai alla TV ne leggerete mai nei quotidiani sono i conti in tasca dei lavoratori autonomi oggi. I professionisti, i consulenti, ma anche piccoli commercianti ed artigiani sono sempre stati inquadrati come evasori fiscali che si arricchiscono sulle spalle degli italiani. Ma la cruda verità su queste categorie di lavoratori che stanno scomparendo del tutto sta nei conti su tasse e contributi. Prendiamo come esempio un semplice professionista senza cassa quindi iscritto alla gestione separata INPS. Consideriamo che la crisi economica non intacca l’ eroe lavoratore e che riesca comunque a portare a casa un numero di commissioni che gli fanno truttare 1000 euro al mese. Sono 12.000 euro l’ anno; penserete più che soddisfacente in questo periodo. Si se non si fa i conti con l’ erario made in Italy. Lo Stato a questo punto batte cassa; il 22% delle commissioni bisogna versarlo come IVA!!! Quindi 9.800 restano al professionista e 2.200 circa da versare come IVA.
Finisce qui? Macchè!!! Sui 9.800 euro bisogna versare i contributi per la gestione separata INPS o per la cassa chi ce l’ ha. I contributi INPS sono il 28% (tra 3 anni saranno il 33%) sul guadagno e cioè sui 9.800 del professionista; si parla di circa 3.000 euro da versare all’ INPS (soldi che non recuperarai mai più visto i buchi dell’ Istituto). A questo punto, tolto quest’ altro salasso, ciò che rimane in tasca al professionista saranno 6.800 euro.
Finisce qui? Macchè!!! E’ ora di fare la dichiarazione dei redditi e pagare l’ IRPEF. Essendo nel primo scaglione di reddito IRPEF, il professionista dovrà pagare il 23% sui guadagni ottenuti. Il 23% di 6.800 è di circa 1.400 euro. Quindi tolte 1.400 euro, al professionista restano in tasca 5.400 euro.
Finisce qui? Macchè!!! c’è da pagare la camera di commercio, l’ Irap per chi la deve pagare, commercialista e ci fermiamo qui per non cadere nel ridicolo.
Ma il professionista che comunque riusciva a lavorare nonostante la crisi che lavora a fare? Per avere 4.000 euro l’ anno per comprarsi il pane?
Questo è lo Stato italiano.