Economia verde, la nuova frontiera dell’occupazione

Secondo Confcooperative, l’economia verde fornirà tanti nuovi posti di lavoro

L’economia green è un settore in grande crescita. Secondo le stime degli addetti ai lavori, questo settore è in gtado di sviluppare posti di lavoro, garantendo quindi una crescita economica, della quale tutto il paese potrebbe beneficiarne. Oggi la green economy, vale già il 2,4% del PIL. Secondo il Censis e Confcooperative, questa tipologia di economia è in grado di creare mezzo milione di posti di lavoro entro il 2023. Nel rapporto denominato “Smart & green, l’economia che genera futuro”, il settore in questione viene, infatti, definito come il “nuovo eldorado”, o miniera d’oro, dell’occupazione italiana. Essa è in grado di coprire addirittura quasi il 20% del fabbisogno, che il nostro Paese svilupperà negli anni avvenire. Insomma numeri importanti, sui quali riflettere, e da dove prendere spunto per poi sviluppare un discorso molto interessante e fruttuoso.

Dati importanti

A partire dal 2019 e fino al 2023, dunque, secondo i dati dal Sistema Informativo Exclesior, ogni cinque nuovi posti di lavoro creati dalle imprese presenti ed attive in Italia uno sarà prodotto da aziende ecosostenibili. Stime occupazionali da non sottovalutare, visto che superano di oltre il 50% quelle di un settore “definito” trainante come quello del digitale, che non riuscirà ad andare oltre 214mila nuovi di lavoro. Parliamo invece di circa un 30%, per ciò che riguarda la filiera del settore salute e benessere, che si attesterà a quota 324 mila assunzioni. Questi raffronti con settori importanti, danno un’idea dell’impatto che l’economia verde porterà nel nostro paese. Tenendo conto delle stime di crescita del Pil italiano elaborate dal Fondo monetario internazionale, il fabbisogno stimato, tra il 2019 e il 2023 è di 2 milioni e 542 mila nuovi posti di lavoro. In questo caso, l’occupazione in ambito eco-sostenibile coprirebbe una quota pari al 18,9%. Sarebbero, infatti, 481 mila le persone con questo particolare profilo di competenze, pari a poco meno di 100 mila all’anno. Numeri di primissimo ordine, che elegerebbero la green economy a regina del settore.

Cambiamenti climatici in relazione allo sviluppo di tale economia

I cambiamenti climatici, in un certo senso, stanno sconvolgendo il pianeta. Ovviamente tali mutamenti sono in grado di abbracciare tutti i settori, anche quelli dell’economia e dell’industria. Essi si devono assolutamente uniformare ad un certo tipo di discorso. Questa è l’univa soluzione in grado di salvare il pianeta.”Nel 2017 – osserva Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative – la stima economica degli effetti disastrosi di eventi collegati al cambiamento climatico ha raggiunto i 290 miliardi di euro. Evitare tali costi, potrebbe incrementare, entro il 2050% il Pil dei Paesi G20 del 4,7% netto”. Questa considerazione molto importante, ci indirizza inevitabilmente verso un’economia pulita, che diventa la via da seguire. Per poter la sviluppare occorre avere le giuste conoscenze e competenze, che possano sviluppare l’adozione di tecnologie all’avanguardia. Queste sono in grado di creare nuove possibilità, soprattutto nell’ottica della creazione di nuovi posti di lavoro. La nuova economia verde quindi promette l’utilizzo di tecnologie di nuova generazione, non inquinanti e quindi con un impatto ambientale quasi pari a zero. Questo fattore è in grado di sviluppare un discorso occupazionale di primissimo ordine.